La Dieta Mediterranea e l’attività fisica aumentano la funzionalità delle HDL
Le HDL sono una classe di lipoproteine che nel linguaggio comune vengono definite “colesterolo buono” in quanto il loro compito è quello di raccogliere il colesterolo in eccesso dalle cellule e di trasportarlo al fegato e agli organi deputati al suo metabolismo, esplicando un effetto protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Secondo le evidenze ad oggi disponibili, le abitudini alimentari e lo svolgimento di attività fisica sembrerebbero favorire il buon funzionamento di queste importanti lipoproteine.
Un recente studio spagnolo ha indagato l’effetto della Dieta Mediterranea (DM) e dello svolgimento di attività fisica sulla funzionalità delle HDL. Nello studio sono stati inclusi 391 individui affetti da sindrome metabolica arruolati nel corso dello studio PREDIMED-Plus. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno di intervento al quale è stato richiesto di seguire una DM ipocalorica e un piano di attività fisica e uno di controllo che ha solamente seguito una DM senza restrizioni caloriche. Ai partecipanti è stato prelevato un campione di sangue all’inizio dello studio e a distanza di 6 mesi.
Dai risultati è emerso che il gruppo di intervento mostrava una maggior aderenza alla DM rispetto al gruppo di controllo, in particolare è stato registrato un aumento significativo del consumo di legumi, frutta secca e carne bianca, e una riduzione del consumo di cereali raffinati e carne rossa. Anche in merito al profilo antropometrico e di rischio cardiovascolare, il gruppo di intervento ha riportato importanti miglioramenti. È infatti emersa una riduzione significativa del peso, circonferenza vita e BMI oltreché una riduzione significativa dei livelli di glicemia, trigliceridi e dei valori di pressione sia sistolica che diastolica. Seppur non sia emersa una differenza significativa in merito ai livelli di colesterolo HDL tra i due gruppi, è stata riscontrata nel gruppo di intervento una miglior funzionalità di queste lipoproteine sul metabolismo dei trigliceridi.
Come tutti gli studi, anche questo presenta alcuni limiti. In particolare, i risultati sono stati ottenuti da un campione di adulti con sindrome metabolica ed eccesso ponderale; inoltre, il disegno dello studio non permette di discriminare tra gli effetti individuali della restrizione calorica o dell’attività fisica, né di esaminare le loro interazioni. D’altra parte, presenta anche alcuni punti di forza come il numero del campione relativamente elevato e la randomizzazione che ha permesso di aumentare la qualità dei dati ottenuti e di ridurre il rischio di possibili bias.
In conclusione, nonostante siano necessari ulteriori studi, da questo lavoro è emersa l’importanza di seguire uno stile di vita sano basato su corrette abitudini alimentari come quelle della DM e sullo svolgimento di attività fisica per garantire una corretta funzionalità delle HDL e ridurre così il rischio cardiovascolare.
Fonte: Sanllorente A, et al. A lifestyle intervention with an energy-restricted Mediterranean diet and physical activity enhances HDL function: a substudy of the PREDIMED-Plus randomized controlled trial. Am J Clin Nutr. 2021:nqab246.